P. G. Müller: Katalog der Inkunabeln

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Titel
Katalog der Inkunabeln und Postinkunabeln der Stiftsbibliothek Einsiedeln bis 1520.


Herausgeber
Müller, P. Gebhard
Erschienen
Basel 2010: Schwabe Verlag
Anzahl Seiten
892 S:
Preis
URL
Rezensiert für infoclio.ch und H-Soz-Kult von:
Luciana Pedroia

Da quando i bibliotecari catalogano anche i libri antichi – e non solo le novità bibliografiche – nei cataloghi in rete dei sistemi informatici, si tende a pensare che i cataloghi a stampa, costosi e di solito acquistati solo dagli addetti ai lavori, siano diventati inutili. Ma non e` cosi`, e negli ultimi anni sono usciti alcuni cataloghi di fondi patrimoniali di importanti biblioteche svizzere (della Zentralbibliothek di Zurigo nel 2008, della Vadiana di San Gallo nel 2010, della Biblioteca cantonale di Turgovia nel 2011). La possibilità`, soprattutto nel campo incunabolistico, di confrontare le opere possedute con le riproduzioni digitali, ad esempio con quelle della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco (www.muenchener-digitalisierungszentrum. de/), o con il data base internazionale curato dalla British Library (www.bl.uk/catalogues/ istc/) semplifica in piu` aspetti il lavoro dei catalogatori, permettendo di identificare più facilmente le edizioni e di descrivere anche esemplari lacunosi.

Una raccolta di libri antichi dice molto sul territorio che l’ha conservata: attraverso i libri provenienti dalle biblioteche di conventi o di privati si offrono svariate possibilità di studiare la cultura di un paese e di un’epoca. Non solo i contenuti veicolati dal libro, ma anche le note di possesso apposte sui frontespizi o le annotazioni a margine e i passaggi di proprietà ci danno informazioni preziose.

Il titolo del catalogo uscito nel 2010, Katalog der Inkunabeln und Postinkunabeln der Stiftsbibliothek Einsiedeln bis 1520, riflette la composizione dei fondi librari antichi di Einsiedeln, che, superando la consueta ma arbitraria periodizzazione per secoli che distingue tra incunaboli, cioe` i libri stampati fino al 1500, e le cosiddette cinquecentine, comprende entrambe le categorie. In realta`, nei primi decenni del Cinquecento l’arte della stampa mantenne le caratteristiche dei suoi inizi: ad esempio, a imitazione dei libri manoscritti, quella di non avere un vero e proprio frontespizio, di dare indicazioni approssimative sul nome dell’autore e sul titolo dell’opera e di portare le note tipografiche, quando ci sono, alla fine, nel cosiddetto colophon.

Il catalogo di Einsiedeln, redatto dal padre Gebhard Müller (purtroppo deceduto nello stesso 2010), rimedia a una lacuna durata più di 170 anni, dato che l’unico precedente e` l’inventario manoscritto del 1839, curato dal padre Gall Morel, e viene ora alla luce grazie a una fortunata coincidenza di situazioni favorevoli, fra cui la presenza nell’ordine benedettino di specialisti del settore, il sostegno finanziario di più istituzioni, e il sussidio delle moderne tecnologie.

L’abbazia benedettina di Einsiedeln, che ha ormai 1075 anni di storia alle spalle, come scrive nell’introduzione l’attuale abate Martin Werlen, ha sempre avuto grande cura della propria biblioteca, acquisendo fin dall’inizio manoscritti e, a partire dalla metà del XV secolo, libri a stampa. Nell’Ottocento inoltre, nel periodo delle soppressioni di beni ecclesiastici da parte dello stato, il padre Gall Morel (1803- 1872) fu un infaticabile curatore della collezione libraria e raccolse e trasportò a Einsiedeln anche libri antichi provenienti dalle possessioni del convento in altri cantoni, fra cui, come vedremo, da Bellinzona.

Il catalogo si apre con un libro dedicato al fondatore di Einsiedeln, la vita di san Meinrado fatta stampare dall’abbazia a Basilea tra il 1450 e il 1465, uno dei rari esemplari di “Blockbuch”, cioè un libro interamente stampato con la tecnica xilografica, e non quindi con la stampa a caratteri mobili.

Seguono gli incunaboli, per 782 schede, e i postincunaboli fino al 1520 dal n. 783 al 1777, e poi un elenco di titoli usciti dopo il 1520 ma rilegati insieme a edizioni anteriori, arrivando cosi` a un totale di 1860 titoli censiti.

Ogni scheda bibliografica reca una descrizione completa dell’edizione e dell’esemplare conservato, e aggiunge i riferimenti ai cataloghi a stampa più noti. Sono descritti i caratteri tipografici, le illustrazioni, le note tipografiche. Sono ben descritte anche le legature e, quando possibile, il tipo di decorazione e le tecniche usate sono identificate.

Gli indici dei luoghi di stampa e degli stampatori, non si limitato ai rinvii ai numeri di catalogo ma elencano anche gli autori e i titoli delle opere. Preziosi anche gli altri indici: dei testi manoscritti contenuti o collegati agli stampati, dei curatori o collaboratori delle opere, dei dedicatari, degli illustratori, dei legatori identificati, con una tavola di rinvio alla banca dati EBDB di Berlino (Einbanddatenbank: www.hist-einband.de/).

Vorremmo attirare l’attenzione dei nostri lettori alla sezione della scheda descrittiva dedicata ai possessori, che in questo catalogo è straordinariamente ricca e completa, con la trascrizione di tutte le note di possesso e l’indicizzazione dei proprietari. Dall’indice scopriamo infatti che una sessantina dei libri censiti provengono da Bellinzona, fra questi una bibbia illustrata in quattro volumi nell’edizione Koberger del 1493 apparteneva alla biblioteca della Madonna delle Grazie (qui erroneamente ascritta ai Cappuccini in realtà dei Francescani Osservanti). Altri libri recano nomi di famiglie bellinzonesi, come quelli di Bernardino Ghiringhelli, Giovanni Magoria, Pietro Molo. Ma la maggior parte proviene, come si deduce dalla nota di possesso (Societatis Jesu Bellinzonae), da un collegio gesuitico di cui si sa poco: fondato a Bellinzona nel 1646 presso la chiesa di San Rocco sopravvisse per soli 30 anni, fino 1675, quando venne rilevato dai Benedettini di Einsiedeln.

Fra i titoli provenienti dal collegio, notiamo i testi di ascetica e mistica, con un testo onnipresente in tutte le biblioteche religiose, Tommaso da Kempis (n. 711), le Revelationes di santa Brigitta (n. 944), il Gerson di De vita spiritualis (n. 309), la letteratura francescana con la Legenda maior di s. Bonaventura (n. 170), ma anche i classici, con l’Opera di Apuleio (n. 54), gli umanisti, con La Cornucopia di Nicolò Perotti (n. 576) e le Epistole di Filefo (n. 596), il diritto canonico con l’inevitabile Decretus Gratiani (n. 330-331), e pure le scienze con il trattato matematico-astronomico, Sphaera mundi del Sacrobosco (n. 442).

Alcuni di questi testi, prima di diventare proprietà dei Gesuiti, appartenevano a un altro bellinzonese come si deduce da una nota di possesso, ex dono Caroli Bernardini Zacconi Bellinzonensis.

Il catalogo di Einsiedeln restituisce quindi la sezione quattro-cinquecentesca della biblioteca di un collegio bellinzonese del Seicento che offriva un’alternativa locale agli studi presso i più prestigiosi collegi milanesi o d’oltralpe.

Uno scaffale bibliografico “ticinese” che potrebbe essere ampliato a vera e propria biblioteca reale se anche da noi ci fosse la possibilità di studiare e far conoscere i fondi librari antichi dimenticati e per lo più ignorati nelle nostre biblioteche conventuali (e non solo conventuali, si pensi ad esempio alla biblioteca privata Berna di Prato Sornico). Da molti anni, la Biblioteca Salita dei Frati di Lugano tenta, con i pochi mezzi finanziari di cui dispone, di valorizzare i libri antichi presenti sul territorio. Ma più ancora che i mezzi finanziari, in Ticino manca forse la coscienza del valore di questi lavori, che impegnano i bibliotecari per anni e che non hanno una rispondenza di pubblico immediata e quindi non sono paganti in termini di visibilità`.

E possiamo ora ringraziare il padre Morel che ha portato in un luogo sicuro, l’abbazia di Einsiedeln, gli incunaboli di Bellinzona così come il padre Müller che ha lavorato per anni a questo importante catalogo che oggi ci permette di riscoprirli.

Citation:
Luciana Pedroia: Recensione di: P. Gebhard Müller: Katalog der Inkunabeln und Postinkunabeln der Stiftsbibliothek Einsiedeln bis 1520, Basel, Schwabe Verlag, 2010. Prima pubblicazione in: Archivio Storico Ticinese, Vol. 151, pagine 162-163.

Redaktion
Veröffentlicht am
22.05.2013
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Die Rezension ist hervorgegangen aus der Kooperation mit infoclio.ch (Redaktionelle Betreuung: Eliane Kurmann und Philippe Rogger). http://www.infoclio.ch/
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